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La novella de l’avuto conflitto al Re de Fes venuta, e da lui con dolore e rencrescimento grandissimo tollerata, mandò subito soa ambassaria al Re Don Alfonso pregandolo che se per l’ordine militare non gli volìa el suo capitaneo remandare, come a pregione de ricatto gliel concedesse, gran quantità de moneta ed altri doni assai per lui offerendogli: alla quale el Re in brievi parole respose, che avendo lui con incommutabile decreto deliberato che el suo contrario volere del tutto se anteponesse a la ragione1, niuna quantità de tesori fosse bastevole de quello retrarlo, e però di ciò più oltra non si parlasse, che ogni altra replica saria stata vana. Per el che la madre dell’arabo cavaliero tale diffinita risposta sentita, ancora che cognoscesse ogni altra speranza o partito essere nulla, pure essendo madre, che non possono se non unicamente amare, propose con la soa prudenza e gran ricchezza insieme non vi lassare cosa alcuna a fare per avere el suo unico e caro figliolo; e così senza aspettare né volere da altrui consiglio, montata a cavallo con molti de soi accompagnata e con onorevole carriaggio, a l'oste del cristiano Re se ne venne; e senza altro intervallo dinanzi al suo padiglione smontata, fu subito tale venuta al Re intimata, della quale alquanto admirato rimasto, gli se fe’incontro, e con grandissimo onore e massima reverentia ricevuta, e doppo alcuni ragionamenti, la donna con ordine temperato al Re disse: Excellentissimo Signore, io non dubito che tu non senza ragione te meravigli della mia imprevista e fiduciale venuta nel cospetto de toa Maiestate, nondimeno sentendo le vere ragioni che a

  1. Così dice, e mi pare non bene nè chiaro.