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NOVELLA XLV.




ARGOMENTO.


Uno Scolaro Castigliano passando in Bologna se innamora in Avignone, e per godere con la donna per patto le dà mille ducati: doppo pentito se parte; abbattese col marito, e non conoscendolo gli racconta el fatto: comprende essere stata la moglie: con arte fa retornare il Scolare in Avignone, fagli restituire li danari, ammazza la moglie, e al Scolaro fa onori e doni assai.


A LO ILLUSTRISSIMO SIGNORE DON ENRICO DE ARAGONA1.


ESORDIO.


Suolsi spesse volte, illustrissimo mio Signore, tra volgari uno cotale proverbio usare, ogni promessa è debito; e se ciò è vero, che essere vero manifestamente appare, ogni ragione e ogni onestà vole che ciascuno debitore debbia come prima può a colui che ha promesso satisfare. Dunque rammentandome d’una mia promessa, avermete de una de mie novelle fatto voluntario debitore, ho preso per partito con la presente tale onerosa soma da li faticati mei omeri discarcare: per la quale, oltre la mia disobbligatione, senterai una singulare magnificentia e grandissima liberalità usata per un cavaliero

  1. Errico d'Aragona, Marchese di Gerace, fu uno de’ figliuoli naturali di Re Ferdinando I. Morì nel 1478 per aver mangiato funghi velenosi. Summonte lib, V. p. 497.