Pagina:Il Novellino di Masuccio Salernitano.djvu/523


— 461 —

desimo te abbi voluto; e questo anco ha causato che io non fare parte a te1, unico consapevole d’ogni mio secreto, del mio novello e ferventissimo amore, e la vittoria che de quello fra poche ore aspetto conseguire. Pregote dunque per la servitù che me devi e per lo amore che me porti, che tu di presente me scuopri la tua occulta e vera passione, e oltra ciò in parte cacciare l’angustia e dolore, e il più che puoi te sforza de devenire lieto, e in questa notte me fa compagnia, però che senza de te male volentieri intrarei in tale camino. Marino odendo tante umanissime parole, gli parve aver fatta non piccola offensione al suo Signore de averli insino allora occultato il suo amore, e con quelle debite escusationi che in pronto gli occorsero dal principio del suo innamoramento, e chi era la donna da lui amata, ed ogni bona e rea particularità soccessagli per lungo ricontò. El Signore ciò odendo e per più respetti poco piacendoli, alquanto sopra de sé stette; nondimeno cognoscendo la qualità de la passione del suo servitore, ed estimando che quanta era la grandezza de l’animo suo e la dignità maggiore, tanto più liberalità gli bisognava adoperare, subito gli occorse pigliare partito de senza niuna comparatione essergli più cara la contentezza dello amico satisfare, che alla sua sensualità; e così gli disse: Marino mio, come tu più che altro puoi sapere, dagli teneri anni io non ebbi mai niuna cosa tanto cara che gli amici non l’abbiano per propria possuta usare; e certo puoi tenere che se la cosa che tu tanto ami fosse de tale natura che mia e tua insie-

  1. Io non fare parte a te, io non ho fatto parte a te; ma quell'io non fare parte è modo napoletano bello e breve.