na, della vita e della morte de la quale recordandose, ogni sua parola de calenti sospiri accompagnava. Veronica vedendose nella sua casa medesima condotta, ancora che unicamente le piacesse vedere il suo fidele amante signore de tutto, pure non vedendo né il padre né niuna de le brigate da lei lassatevi, da debita pietà astretta, desiderosa de saperne novella, temeva di dimandare; e così confusa nella cena stando, el compagno domandò Antonio se quelle arme che erano nella loggia dipinte fossero le sue; al quale Antonio rispose di no, anzi essere state d’un dignissimo cavaliere nominato missere Mazzeo Protojudice, il quale essendo rimasto a la sua vecchiezza senza figlioli, aveva lui d’ogni suo bene erede lassato; per el che come adottato da lui non solo la roba ma il nome de la casa e l’arme come di proprio padre aveva già pigliate. Quando Veronica sentì tale novella, fu de tanta imprevista allegrezza repiena che con gran fatica le lacrime tenne, pur temperatase per fare la cena fornire: quale finita, parve già tempo a la donna de recevere con le braccia aperte el suo medesimo bene da lieta fortuna insino allora conservatoli; e preso Antonio per mano, el compagno con più altre brigate lassando, in camera se ne entrorno; e volendo dire alcune parole come seco preposto avea, per vedere se in alcuno modo la recognoscesse, non le fu da l’allegrezza né dal lacrymare d’aprire la bocca concesso, a adebilita nelle soe braccia se lassò cadere, dicendo: O Antonio mio, può egli essere che non me cognosci? Lui, che come ho detto, gli avea parso la sua Veronica raffigurare, odendo le parole fu subito del suo dubio fatto certo, e da grandissima tenerezza vinto