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NOVELLA XLIII.




ARGOMENTO.


Messer Mazzeo Protojudice trova la figliola con Antonio Marcello, il quale non conosciuto se fugge: el patre manda a morire la figliola: li famigli ne deveneno pietosi, la poneno in libertà, la quale per omo pervene in corte del Duca de Calabria: recapita col suo signore a Salerno, alloggia in casa de l’amante, trovalo erede del patre devenuto, dà la conoscenza, pigliansi per marito e moglie, e godeno de la eredità paterna.


AL MAGNIFICO MISSER JOANNI GUARNA1.


ESORDIO.


Persuadome, magnifico mio missere Joanni, che avendote tu medesimo de la patria degli amici e dei parenti per alcun tempo voluntario privato, che lo scrivere degli amici e lo sentire dei nostri antiqui compatrioti fare alcuna menzione unicamente te delettano; per la cui cagione ho pensato con scriverte la presente e a te e alla nostra de tanti anni continuata amicizia in parte satisfare, a tale che in sì longa absentia leggendola, el tuo Masuccio de continuo a li occhi de la mente te se presente. Vale.

  1. Questo Giovanni Guarna che volontario usci dalla patria, potè forse seguire il Duca Giovanni d’Angiò in Francia. E forse fu parente di Andrea Guarna, illustre Salernitano, se pure non fu egli stesso, e chiamato Giovanni Andrea. La famiglia Guarna una delle più nobili di Salerno diede quel Romualdo, arcivescovo, medico, e storico, che era congiunto in parentado con gli stessi monarchi Normanni; diede anche Rebecca Guarna, medichessa. V. il De Renzi nella sua Storia della Scuola medica di Salerno.