era per impazzirne; pur pensando alla intiera virtù del cavaliero non se possea persuadere che tanta inumanità in cuore nobile albergasse; ma tuttavia delle ultime parole e scritte e mandatele a dire per loro fido messo recordandose, pensò con una nuova e sentenziosa intramessa mordere la virtù de l’amante, e con quello vedere l’ultima esperientia del suo amore. E subito da un singolare maestro fatto fare con gran delicatura uno anello d’oro, in quello fè incastrare un contrafatto diamante che ben parea la soa falsità, e intorno a detto anello fè scolpire certe lettere che solo diceano: La ma za batani1; e quello acconciamente fasciato in più viluppi e sottilissima cambraia2, per un fiorentino giovinetto consapevole del fatto, che per altre soe bisogne in Francia passava, al suo Filippo el mandò, e gl’impose che tra sè e lui gliel desse, e non altro gli dicesse se non: Colei che unicamente te ama te manda questo, e supplica che de conveniente risposta la fai degna. Al quale el messo col presente e con la imbasciata gionto e da lui lietamente ricevuto, dopo che la conditione de l’anello col motto insieme ebbe con meraviglia visto, più dì andò sopra tale significato fantasticando, e non possendone el vero costrutto cavare, deliberò al suo Ciarlo e a più altri cavalieri de la Corte del Re di Francia el mostrare, i quali ognuno per sè e tutti insieme gl’intelletti esercitando, niuno al bersaglio se sapea nè possea accostare. Ultimamente dal Duca Joanne, il quale prudentissimo
- ↑ Sono le parole di Cristo morente: Heli, Heli, lama sabactani. Deus meus, quid dereliquisti me?
- ↑ Cambraia tela di Cambrai, oggi detta mussolina. In Calabria la chiamano ancora cambrì, e cambricco.