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NOVELLA XLI.




ARGOMENTO.


Doi cavalieri francesi se innamorano de doe sorelle fiorentine, son necessitati ritornarsi in Francia. Una de quelle con una sentenziosa intramessa de un falso diamante fa tutti doi ritornare in Fiorenza, e con una strana maniera godono a la fine di loro amore.


A LO MAGNIFICO FRANCESCO GALIOTO1.


ESORDIO.


Etsi de la suave musica d’Anfione furono le dure petre commosse, nobilissimo mio Galioto, quale meraviglia che el tuo Masuccio de l'armonia de toa dolcissima lira sia sforzato a fabricare con ruda mano la seguente novella, e quella a te, che notitia me ne desti, la intitulare? Supplicote dunque che leggendola, el correggere non te sia molesto, a tale che se dilongato della verità, o alcuna ruggine, come non dubito, vi cognoscerai, con amore emendare e racconciare la debbi, sì come tra la nostra non moderna amicizia se recerca. Vale.

  1. La famiglia Galioto o Galeota era nobile napoletana. Questo Francesco non saprei dire chi fosse stato: ma dalle parole che Masuccio gli scrive, e dal contenuto della novella, mi pare che egli potè essere congionto di quel Giacomo Galeota che parteggiò pel Duca Giovanni d’Angiò, e lo segui in Francia con altri, e salì in tanta reputazione di guerra che fu Generale del re di Francia a la battaglia di S. Albino, dove ebbe una gran vittoria. V. Storia del Costanzo, lib. XX.