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la gente corse, e trovata la nobile damigella morta, e saputa la cagione, ognuno de novo dolore fu trafitto, e de tanti fieri accidenti ognuno con amare lacrime piangendo se dolea. Venuta la sanguinosa novella al vecchio padre, il quale siccome ad unica figliuola ed unicamente da lui amata, unico e perpetuo fu il suo dolore. Quanti e quali fossero stati de' signori e d’altri nobili e popoli, de’ cittadini e forestieri gli pianti e gli rammarichi lungo sarebbe il recontare. Nondimeno come il Signore volse, i doi corpi degli disavventurati amanti, con quello della donna in mezzo tra de loro, tutti e tre in un marmoreo e digno sepolcro furono sepelliti, e in quello la cagione de loro morte fu con memorevole scrittura designata.


MASUCCIO.


Asperi e fieri sono stati gli raccontati casi de li innamorati e in acerbissimo fine terminati, ai quali vivendo nè fiore nè foglia nè frutto fu concesso di gustare. Pur me persuado che gli spiriti loro nello ultimo partire alcuno refrigerio senterono per lo avere li loro corpi eternalmente lassati accompagnati. Ma perché de tutti tre non se può avere se non grandissima compassione, e io dovendo con nova piacevolezza continuare, ad altri de loro la briga lassando, e solo de Marchetto recordandome, sono tirato a scrivere un facetissimo caso de un altro Marco piscatore, il quale lui medesimo condusse con la soa barca un nobile veneziano a goder con la moglie; e quello che con piacevolezza grande ne seguio.