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andare voleva gli disse: Va in bon’ora; e fra sé ridendo disse: questa volta comprarai pure del tuo e non de l’altrui coriame. Petruccio fatta vista de partirsi se occultò a un certo loco del casale, e quivi aspettando l’ora se dimorò. La Caterina come notte fu se n’andò in casa de la Selvaggia, e secondo l’ordine tra esse preso lei se restò, e Selvaggia ne andò a casa de Caterina; e intratasene in letto con piacere aspettava el marito a la disiata battaglia, tra sé più volte ripetendo quello che dopo il fatto gli avesse da dire. Petruccio quando tempo gli parve con lento passo verso la casa del compagno se avviò, ed essendo quasi per entrare sentì e cognobbe che il molinaro se ne ritornava a casa, però che il molino oltre il suo credere era guasto in maniera che per quella notte non se ne averia alcun lavoro possuto fare; de che Petruccio impaurito e poco contento, senza essere stato né visto né sentito se ne ritornò verso casa soa fra sé dicendo: quello che è mancato adesso sarà un’altra volta. Ma per non avere tutta la mala notte compita cominciò quando piano e quando forte a picchiare e chiamare la moglie che gli aprisse. Caterina cognoscendolo a la voce, non solo non gli apriva, ma senza respondergli quieta se stava per non farlo de l’inganno accorto; di che lui alquanto turbato tanto si affaticò che vi aperse, e intrato se n’andò dritto al letto, e sentendo colei che fingeva de forte dormire, demenandola per lo braccio la fé destare, e credendosi che fosse la moglie, sue favole componendo per quale cagione era rimasto d’andare, e dispogliatosi se le pose da lato. Ed essendosi a l’aspettata battaglia preparato deliberò, dopo che nell’altrui terreno non avea pos-