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NARRAZIONE.


Non molto lontano da le nostre contrade è un luoco poco noto e meno frequentato, il quale ancora che de gente inculta e de grossa pasta sia abitato, pure poco tempo che vi furono doi giovani l’uno molinaro chiamato Augustino, e l’altro calzolaro per nome ditto Petruccio, tra i quali da loro fanciullezza era contratta tanta amicizia e compagnia quanta per veri amici usata fosse mai; ed avendo ognuno di loro moglie assai giovene e bella, tra esse similmente era una domestichezza e familiarità sì grande e continua che rado o non mai separate se vedeano. Ed in tanta perfezione d’amore perseverando, avvenne che el calzolaro, ancora che bellissima fosse la moglie, pur piacendoli alquanto più la moglie de l'amico, o talvolta per mutare pasto, essendogli un di più che ’l solito da commodità concesso posserle parlare, con acconcia maniera el suo volere con la passione insieme le discoperse. Caterina, che così avea nome la molinaria, intesa tale richiesta, ancora che non molto le fosse rincrescevole, pur senza resposta sdegnosetta gli se tolse dinanzi; e come prima se retrovò con la Salvaggia moglie del calzolaro le disse come el suo Petruccio l’avea di battaglia dimandata. La zavattera1 quantunque turbatissima l'ascoltasse, pur refrenatase alquanto le occorse a un’ora vindicarse del marito, e non guastare in niun atto tanta loro continuata amicizia, e dopo le molte grazie a la cara compagna rendute, la pregò che al marito promettesse di una cotale notte l'aspettare

  1. Zavattera, da zavatta, ciabatta.