Pagina:Il Novellino di Masuccio Salernitano.djvu/427


— 365 —

tutti soi pensieri, e non restando de essere al solito dolerse e lacrimare continuo, avuti per cauta via certi ferri, e una sera al vespero occultatose dentro la chiesa, la venente notte tanto se affaticò che avea il coperchio de la sepoltura sotto puntello posto, e stando per entrare avvenne che il sacristano andando per sonare a matutino sentì certo rumore, e andato a cercare quello che fosse, trovò costui a detto esercitio occupato, perchè credendolo latro che i corpi morti volesse dispogliare, gridando forte, al latro, al latro, tutti li frati vi corsero, e presolo, e aperte le porte, e molti e diversi secolari entrativi, e trovato il misero amante il quale ancora che tra vilissimi strazzi fosse avvolto fu subito cognosciuto esser Mariotto Mignanelli, e quivi detenuto, prima che dì fosse ne fu tutta Siena ripiena; e pervenuta la nova a la Signoria comandarono al Potestà che per lui andasse, e presto ne faccesse quello che le leggi e le loro costituzioni comandavano. E così lui preso e ligato fu menato al palagio del Potestà, al quale dato de la corda senza volere molti tormenti ricevere, confessò pontualmente la cagione di sua disperata venuta. El che ancora che universalmente ognuno ne avesse grandissima compassione, e tra le donne amaramente se ne piangesse giudicando colui essere unico al mondo perfetto amatore e ciascuna col proprio sangue il ricomparasse, nondimeno fu per lo primo dì della giustizia a perdere la testa condannato: e così al dato termine senza posservisi da amici e da parenti reparare fu mandato a effetto. La infelicissima Giannozza con la guida del detto frate dopo più mesi con molti e diversi travagli gionta in Alessandria in casa de Ser Nic-