tissimo con rincrescimento ascoltando non tanto el caso del commesso omicidio, quanto de l’avere a tanto parentato offeso, e cognoscendo che il riprendere de le cose passate poco più che nulla giova, se ingegnò con lui insieme darsene pace, e pensare col tempo d’alcuno opportuno rimedio provvedere; e postogli de suoi traffichi tra le mani, più e più tempo appresso di sé con gran passione e quasi continuo lacrimare il sostenne: non era veruno mese che con più lettere non fosse e dalla sua Giannozza e dal fratello visitato, il che a sì fiero caso e in tanta absentia era a ciascuna delle parti mirabile satisfatione. E in tali termini stando la cosa avvenne che essendo il padre di Giannozza da molti molto richiesto ed infestato di maritarla, e lei con diverse colorate cagioni niuno accettandone, alla fine essendo dal padre astretta a pigliar marito tale che il negare non averia avuto loco, era da sì fiera battaglia la sua afflitta niente de continuo inquietata e in maniera, che la morte più che tal vivere li saria stata carissima; ed oltre a ciò avendo ogni speranza del ritornare del suo caro ed occulto marito trovata vana, e che il palesare al patre la verità del fatto nulla avria giovato, anzi di maggiore sdegno gli saria stata cagione, propose con un modo non che strano ma pericoloso e crudele, e forse mai udito recontare, ponendo l’onore e la vita in periglio, a tanti mancamenti satisfare. E da animosità grande aiutata avendo al patre risposto contentarse d’ogni suo piacere, subito mandò per il religioso primo tramatore del fatto, al quale con gran cautela discoperto ciò che fare intendeva, el richiese che del suo aiuto le fosse favorevole; il quale sentito ciò, come è già di loro