riotto un dì venendo a parole con un altro onorevole cittadino e da parole a fatti in tanto andò la cosa che Mariotto feri colui d’un bastone in testa, de la quale ferita fra brevi dì si mori; per el quale Mariotto occultatosi, e da la Corte con diligentia cercato e non trovatose, da’ Signori e dal Podestà non solo fu a perpetuo esilio condannato, ma gli fu dato bando di ribello. Quanto e quale fosse dei due infelicissimi amanti occulti novelli sposi il supremo dolore e lo amaro lacrimare per sì lunga, e, per loro credere, perpetua separazione, chi fosse da sì fatte punture stato trafitto solo ne potrà vero giudicio donare: egli fu sì fiero ed acerbo che all’ultima dipartenza più volte l’uno in braccio dell’altro fu per gran spatio per morto giudicato. Pure dando alcun loco al dolore sperando col tempo per alcuno possibile accidente lo repatriare gli saria concesso, de pari volere deliberò non che da Toscana ma da Italia se absentare, e in Alessandria andarsene, ove un suo zio avea, chiamato Ser Niccolò Mignanelli, uomo di gran traffico e molto conosciuto mercatante; e con assai moderati ordini, come se avessero in tanta distantia con lettere possuti visitare, con infinite lacrime la innamorata coppia si divise. Il misero Mariotto partito, e d’ogni suo secreto un suo fratello fatto consapevole, sopra ogni altra cosa caramente il pregò che d’ogni accidente de la sua Giannozza particulare e continuo il facesse avvisato; e con li dati ordini intrato in cammino verso Alessandria s’avviò, ove a convenevole tempo gionto e trovato il zio e da lui lieto e amorevolmente ricevuto, d’ogni suo passato affare il fé capace; il quale come a pruden-