Pagina:Il Novellino di Masuccio Salernitano.djvu/420

NOVELLA XXXIII.




ARGOMENTO.


Mariotto senese, innamorato di Giannozza, come omicida se fugge in Alessandria: Giannozza se fenge morta, e da sepoltura tolta va a trovare l’amante; dal quale sentita la sua morte, per morire anche lui, ritorna a Siena, e conosciuto è preso, e tagliatali la testa. La donna nol trova in Alessandria, ritorna a Siena, e trova l'amante decollato, e lei sopra il suo corpo per dolore se more.


ALLO ILLUSTRISSIMO SIGNOR DUCA D’AMALFI1.


ESORDIO.


Quanto sono più adversi e infelici li variati casi d’amore, tanto più a’ passionati e savii amanti se deve de quelli scrivendo dare notizia; e perchè ha gran tempo che ho cognosciuto te, illustrissimo mio Signore, non solo negli amorosi lacci avvolto, ma soavemente amando prudentissimo, m’è già piaciuto di un piatosissimo accidente di doi miseri innamorati donarte pieno avviso, a ciò che con la tua accostumata prudenza e accumulatissime virtù doni, giusta al tuo parere, sentenza, quale di essi,

  1. Questo Duca d'Amalfi fu Antonio Piccolomini, di Siena, nipote di Papa Pio II: ebbe in moglie Maria una delle figliuole naturali di Re Ferdinando, e fu nominato Duca d'Amalfi e gran Giustiziere del Regno nel 1461.