ricercava. Il fiorentino che con dolore inestimabile era, e con ragione, rimasto, dopo che il suo travagliato cervello ebbe alcuno loco de riposo trovato, da amore, e dal suo medesimo senno aiutato, gli occorse di riavere la preda con tanta industria guadagnata, e in sì breve tempo con tale infortunio perduta. E sapendo ottimamente ove era la pregione, e la qualità de’ pregionieri che la giovene guardavano, informata la vecchia, pieno un cesto con caponi, e pane, e due zucche de bon vino, rattissima con la barca e il fante lì se n’andò; e trovati i pregionieri li pregò caramente per Dio le concedessero il dare da mangiare a quella poveretta fantesca di suo missere che a torto e a peccato era dal Signore de Notte stata presa, attento che degiuna lacrimevole e trista de casa era partita; e per farli benevoli e grati a la sua domanda loro donò la maggior parte de la cena che seco perciò aveva portato, i quali come golosi e de poche sorte1, vennero pietosi, e le dissero che entrasse dentro a suo piacere. La vecchia entrata, e spacciatamente dato il suo mantello a la giovane, le disse che presto se n’uscisse, e montasse in barca dove il fante l’aspettava, la quale lietissima ciò fatto senza esserle dai prigionieri fatto motto, saltata in barca, fu dal fante subito donde poco avante violente n'era uscita con grandissimo piacere ritornata. Venuta la matina il Signore de Notte, quantunque il suo sdegno ogni ora si facesse maggiore, e più nella crudele e deliberata castigation si raccendesse, pur propose non senza consulta dei compagni in ciò procedere, con li quali insieme radunatose con non poco piacere loro raccontò il fiero caso e quello che de fare intendea per ul-
- ↑ de poche sorte, di poche fortune.