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NOVELLA XXXII.




ARGOMENTO.


Una veneziana tra la molta brigata è amata da un fiorentino: mandale la sua serva e da parte de la Badessa de Santa Chiara la invita; il marito e lei il credono, e sotto sottilissimo inganno è condutta in casa del fiorentino, ne la quale la notte se abbatte il foco. Lo Signore de Notte va per reparare, trova la donna che lui anco amava, fa la incarcerare: la serva del fiorentino con bello tratto la libera, e lei resta prigione: la mattina la vecchia per scambio della giovene denanzi la Signoria è menata, il Signore de Notte resta schernito, e la donna a lo marito senza infamia se torna.


AL MAGNIFICO MESSERE ZACCARIA BARBARO1.


ESORDIO.


Se dei soavi e dolci frutti di tua gloriosissima patria, magnifico e generosissimo missere Zaccaria, il gustare da chi può ti si è per alcuno tempo interdetto; non dubito che l’odorare de' vaghi fiori di quella sommamente te piace: per la cui cagione e per remembranza de nostra continuata amicizia ho voluto per la presente farti parte de detti vostri piacevoli veneziani fiori, i quali ancora che da fiorentina mano fossero stati colti, pure per la conditione

  1. Oratore veneziano al Re Aragonese.