a me ha donato; e ciò si è che quante volte alcuno lazaro1 vedo, o che de tale fatto me rammento, tante volte me se representano dinanzi agli occhi li due miseri giovinetti in quella stalla insieme abbracciati stretti, e morti, tra luto avvolti, e de loro sangue medesimo ammacchiati2; de che non solo da me si è fuggita ogni compassionevole carità che di tale guasta gente avere solea, ma me ne è già remasta una odiosità sì grande che pare che da la natura mi sia concesso a procedere contra ciascuno di loro a la vendetta dei due infelici amanti. E perchè me recordo de sopra avere promesso con nuova piacevolezza l'avuto dolore occultare, da le dette miserie per adesso la penna ritraendo, e lassando li poveri amanti in pace, sequerò appresso con un altro caso tanto difforme dal raccontato, quanto l’uno sempre lacrimando se deve leggere, e l’altro con continue risa sarà insino a la fine da trapassare.
- ↑ Ecco lazaro, non nel senso moderno, ed è lo stesso che lazarino.
- ↑ Ammacchiati, macchiati, lordi.