cascassero in più detestande scelleragini (che saria quasi impossibile) che le femmine, offenderiano solo le leggi e l’onore loro medesimo, e non se ne veneria a infettare e contaminare la massa di più parentati, privandoli non solo dell’onore presente, ma in ciò facendo negra e oscura la fama di quelli con perpetuo nome e eterna memoria di tutti li discendenti, si come noi vedemo de continuo avvenire quando una ribalda femmina vuole satisfare a sua sfrenata e temeraria volontà. E che ciò sia vero le leggi me ne rendono aperto testimonio, le quali permettono a colui che trova la moglie o la figliuola adulterare la possa senza pena alcuna uccidere; lo quale privilegio vedemo non essere a le femmine concesso quando a sì fatti casi se abbattessero. Il che loro senza posserne a le mie vere ragioni opponere, assai peggio che bestie, come da vero sono, rimasero. Nondimeno come che de’ fatti loro nella passata Terza Parte non ne abbia a bastanza nè quanto vorrei parlato, pur volendo alla Quarta pervenire, da loro cupo pelago del tutto il navigare lassando, di altri e pietosi e anco piacevoli ragionamenti col volere del mio redentore Cristo Iesù sarà il mio novellare.