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NOVELLA XXX.




ARGOMENTO.


Una damigella, del signor Principe di Salerno innamorata, manda per un suo cappellano, e gli mostra avere avute più lettere del detto Signore che del suo amore la ricercava: il cappellano intende il suo motivo, e con lei entra in trame, e conduce il fatto al votivo effetto.


ALL’ILLUSTRISSIMO SIGNORE GERONIMO DE SANSEVERINO, PRINCIPE DI BISIGNANO.1


ESORDIO.


Non meno per gratitudine dei ricevuti da te beneficii, Serenissimo Principe, che per cognoscerti non che vago ma desideroso avere di mie ruzze novelle alcuna notitia, a scriverti la presente e al numero de le altre aggregarla sono tirato e astretto. Vorrailo come al minimo dono con lieta mente, benignissimo Signore, e con bona grazia pigliare; a tale che con le altre insieme leggendola, per esservi il tuo dignissimo nome con eterna memoria celebrato, possi per tale recompensa il fabricatore di quella al numero dei tuoi piccoli servitori ascrivere e accompagnare. Vale.

  1. Questi era gran Camerlingo, e fu principale nella Congiura de’ Baroni. V. Porzio lib. I. cap. XV. Ebbe in moglie Mandella Gaetani (Raimondella) che si salvò coi figliuoli: egli fu ucciso con gli altri baroni nel 1487 nelle prigioni di Castel nuovo, e la catena d’oro che egli portava al collo fu riconosciuta al collo del carnefice che se la prese e se ne adornò.