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sene verso casa trovò Viola a la fenestra, e le disse: Pur questa notte che tuo marito non vi è mi potrai ricevere in grazia, e ben per te se il fai altrimenti tieni per fermo ogni tuo disegno da me ti sarà turbato. Viola che molto lo amava, e non poco lo temeva, pensando pur che tempo le avanzava de la lunga notte di tutti e tre li avventori poter liberare, come a li due aveva trovata maniera, cosi propose al terzo, ancora che ultimo fosse, dare recapito, e gli disse: Mauro mio, tu sai come ne sono io male tollerata in questa contrada, e quanto tutte con giusta cagione cercheriano di cacciarmene; e sono di quelle che me fanno la guardia sino a mezza notte, e imperò a tale che loro insidie non me abbiano a offendere, dimora a venire per sino all'alba, a quell’ora che solito se’ levarti, e faraimi segno, che io te aprirò. e staremo un pezzo insieme per questa prima volta, che col tempo provvederemo per migliore cammino. Il fabro canoscendo che lei con colorate ragioni si movea, e che lui pur averia sua intentione, senza altro replicare restò a tale ordine contento. Lo Genoese come notte fu occultamente se n’entrò in casa di Viola, il quale ancora che da lei fosse lietamente raccolto, e più volte baciatisi, nondimeno da la sua infreddata natura non gli essendo concesso senza caldo di letto o di altri argomenti li concupiscibili appetiti svegliare, si pose a cavallo e cominciò a fare sua salatuccia fin che i caponi si penavano1 ad arrostire per mal foco o che altro ne fosse stata cagione, ancora che la giovene tutta si andasse struggendo, dubitando non le sopravve-

  1. Dice si pelavano, ma erano già pelati, grassi, e bianchi comperati alla Loggia.