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NOVELLA XXIX.
ARGOMENTO.
La Viola promette a tre suoi amanti in una medesima notte satisfare: va il primo, e dal secondo gli è la preda interdetta: il terzo anda, e dal secondo beffezzato e proibito l’entrare: lui s’accorge dell’inganno e vede la forza, opera l’ingegno, e dell’uno e dell’altro se vendica, e con gran danno del primo e del secondo resta di tale preda ultimo possessore.
AL MAGNIFICO MESSERE JACOMO AZZAIUOLO NOBILISSIMO FIORENTINO.1
ESORDIO.
Improprio e non conveniente saria il mio operare, magnifico e di virtù ornato misser Jacomo, cognoscendote di benigna e gioconda complessione da la natura dotato, se scrivendoti la presente novella, di materia fleumatica malinconica e mesta fosse nè poco nè molto tramata overo ordita. Ricevila dunque con piacere te supplico, chè del certo dal principio insino al fine tutta de jocose piacevolezze la troverai edificata, e in manera che a te e agli ascoltanti di soperchio e continuo riso saranno cagione.
- ↑ Di Giacomo Acciaiolo si parla in una lettera del Re Ferdinando scritta nel 1467 al Protouotario Rocca. V. Codice Aragonese. CI. Gli Acciaiuoli vennero e si stabilirono nel Regno al tempo del Re Roberto d’Angiò. Primo di questa famiglia fu Nicolò Acciaiuoli, uomo di gran valore.