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NARRAZIONE.


In Marsiglia città nobilissima, non dopo molto l’incendio datole per la felice recordatione del divo Principe Re Alfonso d’Aragona1, fu uno strenuo cavaliero, ricco e di virtù chiaro, giovine, e bello a maraviglia, nominato Misser Pietro d’Orliens. Il quale essendo fieramente innamorato d’una bellissima giovane chiamata Ambrosia, figliuola d’un gran barone suo compatriota, ed essendo per mezzo di comuni amici tale amore in matrimonio convertito; de che il cavaliere condotta madonna Ambrosia in casa con gran cerimonie e suntuosa festa, e onorevolmente vestitala, parendogli assai più che l’usato bella, e i suoi costumi e gesti oltre modo piacendogli, in mille doppii si moltiplicò il suo amore verso di lei, in tanto che qual ora non era con la sua Ambrosia ogni contentezza e piacere in somma tristizia si convertia. E ancora che di molte ricche e care gioie e d’altri ornamenti fosse stata più che il dovere fornita, e di molte brigate di servitori e maschi e femine accompagnata, nondimeno di quello che a le donne unicamente piace, e che per onestà il taceno, lui fuori di modo ne la facea stare contenta. E in tale giocondissima vita la donna dimorando, senza avere mancamento de cosa alcuna per minima grande che fosse, avvenne che tra le altre brigate de casa, che il cavaliere per suo gran piace-

  1. Re Alfonso guerreggiando contro Renato d’Angiò, che chiamato ultimo erede da Giovanna II gli contendeva il regno, prese e bruciò la città di Marsiglia. E Masuccio anche celiando in novella non lascia di ricordare i gesti de' suoi Aragonesi.