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NOVELLA XXVIII.
ARGOMENTO.
Un cavaliere provenzale ama soverchiamente la moglie, la quale da libidine assalita si fa da un nano carnalmente conoscere. Una mora di casa con una lancia tutti due sul fatto li uccide: il marito li fa buttare per pasto da fiere.
ALLO ILLUSTRISSIMO DON FRANCESCO D’ARAGONA.1
ESORDIO.
Ancora che tu, illustrissimo Signor mio, da la adolescentia a la fiorita età non se’ ancora pervenuto, cognoscendo il tuo grande ingegno essere bastevole non che a intendere le rude e mie materne lettere, ma de le altrui ornate ed elegantissime dare ottimo e perfettissimo giudicio, non ho voluto restare di la seguente novella mandando te dare notizia di alcuna scelleranza de l’imperfettissimo genere femineo, a tale che con la tua presente prudentia al tempo debito ti possi e sappi di loro insidie e tradimenti guardare2. Vale.
- ↑ Francesco d’Aragona duca di S. Angelo, quarto figliuolo di Re Ferdinando, nacque nel 1461. Contrasse e non consumò matrimonio con Isabella del Balzo figliuola di Pirro Principe di Altamura, la quale poi fu sposata dal fratello Federico d’Aragona. Morì nel 1486.
- ↑ E questa novella era da mandare ad un adolescente?