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tando non solo ammirato ma quasi fuori di sè rimasto giudicò molto mirabile essere la virilità di colei e da grandissimo sdegno causata; e quantunque cognoscesse la giovene, che singulare in bellezza tra le altre partenopee l’avea sempre judicata, e unicamente amata, nondimeno da la gran costanzia, virtù de bon cavaliero, raffrenato, e dalla rechiesta e scongiura della donna confortato, deliberò di vincendo sé medesimo ogne lascivo pensiero cacciare via, e a un’ora a la giovene satisfare, e l'amante da tale naufragio liberare. E doppo che lei tacere vide con molte ornate parole fece prova di reumiliarla per farla del crodele proponimento remanere; e conoscendola pure nella sua ostinatione firma, e di novo richiederlo che se il suo favore non le volea prestare, non impedisse il suo cammino; de che il Reggente prese per partito de veder l’ultima esperienza de l’animo e ingegno di costei; e imposto ai famigli che ivi l’attendessero, con essa insieme verso la casa dell’amante s’avviorono. E giunti a piè la loggetta, lei preso il perticone, e inastatovi il rampiglione del ferro con la scala in quello appiccata, e destramente incroccato, leggiera come un gatto per essa su vi montò: il Reggente che di novo ammirarse ogni ora aveva cagione, per vedere a che doveva il fatto riuscire, dietro a lei anche montò, e vedendola col cortello ammanito per fornire il fiero intendimento, e sentendo l’amante forte dormire, e che di leggieri le avrebbe venuto fatto il suo avvi-

    e, IV. Antonio Olzina fu capitano prode e per mare e per terra. Nicola Olzina fu Reggente della Vicaria nel 1468. E di quest’ultimo qui parla Masuccio. Vedi l’Istoria del Summonte nel libro V. passim.