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fosse, che lei essendo allo uscire di una strata i un’altra se abbattè tra la famiglia de la Vicaria; de che lei estimò subito chi erano, e veggendose tramezzata in maniera che il fuggire non le era concesso, né a fare difesa possea le sue forze opponere, in pronto le occorse de pigliare il meno reo partito che vi fosse; e rivolta a coloro che stavano per ponerle le mani addosso, trasformando quanto possette la voce in uomo, dimandò dove il Reggente fosse. Uno di essi rispose che era ivi da presso; ai quali lei con animosità grande disse: Andiamo a trovarlo per una faccenda di grandissima importanza. E in questi termini stando arrivò fra loro il Reggente: la giovene fattaglisi centra, piano gli disse che facesse i famegli tirare da parte, e lui ciò fatto volentieri, essa il prese per mano, e cosi gli cominciò a dire: Avendomi la fama fattomi conoscere la integrità di tue virtù, e che niuna ambitione o sensualità potria quelle contaminare, ed oltre a ciò come buon cavaliere pigliare le giuste querele de le donne, io che femmina e giovene sono, non resterò di richiederti che non solo a la vendetta che a fare son mossa lasciare me debbi andare, ma anche per la virtù di tua milizia te scongiurare che una con meco di venire te disponi, e il tuo favore in ciò me presta sì ch’io possa senz’altro impedimento il mio disio ad effetto mandare. E ciò detto ogni passato accidente tra lei e l’amante successo con quello insieme che a fare andava senza resparagno alcuno pontualmente gli ricontò. Ulzina1 Reggente ciò ascol-

  1. Giovanni Olzina fu Segretario del Re Alfonso I, e raccolse in sua casa Antonello Petrucci giovanetto, e lo fece annoverare in segreteria fra gli scrivani. Fu uomo di molto merito, ed amicissimo di Lorenzo Valla. V. Porzio, Congiura de’Baroni, libro primo,