Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
— 300 — |
cose loro abbia mancato, possono essere di animosità grande armate.1
NARRAZIONE.
L’altro ieri fu al serenissimo mio Signore Principe per verissimo ricontato come in questi dì fu in Napoli un giovine mercante di bona e onorevole famiglia, costumato molto, e de lì beni che la fortuna dà e toglie convenevolmente dotato, il quale avendo un lungo tempo con felicità grandissima goduto con una leggiadra e bellissima giovene, dalla quale lui era unicamente amato, ed esso lei altresì sommamente amava, ognuno di loro da pari disio uniti si tenea di tale amore oltre modo contento. E perchè le cose che si possedono senza impaccio e con abbundantia sogliono le più de le volte infastidire, avvenne o che al giovine piacesse di cercare nova caccia, o che altro ne fosse stato cagione, lui senza fare altrimente motto all’amata giovene se cominciò a retraere a reto2, e non andare a lei, nè mandare nè poco nè molto; di che la donna de la novità maravigliandosi, e più volte mandato per esso che a lei andasse o le significasse la cagione del suo corruccio, e non possendone avere alcuna nè bona nè rea risposta; ed oltra che esaminando sè medesima e non trovando avere fatta cosa alcuna che di sdegno se avesse possuto gravare, estimò del certo di tale male non esserne altro che novello amore cagione. E per volersi di ciò rassicurare gli pose di molti bracchi a la coda, i quali non avendo gran tempo