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mastino tra sì vili stracci avvolto e di catene cargo? Certo come tu puoi sapere, io ho de continuo apposte tutte mie arti in addobbarmi e con diversi vestimenti e soavi odori ornarmi, solo per farmiti vedere in maniera che ti avessi piaciuto, e niuna essendo a ciò bastevole, ebbi ricorso a questo servile e vilissimo abito, nel quale mi hai visto, e per rassecurartene con lume prima guardato, avendo de novo e per vero saputo che tanto ti piaceva, con lo quale, come tu medesima hai cognosciuto, con gran fatica ho lavorato sopra etiopo terreno. Io non dubito che tu mi hai a la favella cognosciuto essere colui che tanti anni hai beffato, e con lusinghevoli apparenze nutrito di vento; e duolemi che tu, sotto tale servitù ingannata, si può dire hai in centomila doppii avantaggiata la tua conditione, ancora che per la tua ultima sorte ascriver lo possi, attento che mi lascerei prima squartare che per lo innanzi dei miei congiungimenti ti facessi degna. Nè meno credere che più ti sia concesso col tuo caro moro la tua foiosa rabbia sfocare: poi che lui have sciolto me da li tuoi ingannevoli ligami, per ricompensa per tanto da lui ricevuto beneficio lo farò libero dal debito servigio di tuo padre. E se tu presumessi di più uccellare e tenere in pastura tanti valorosi giovani quanti per lo passato hai fatto, o che pur di nuovi ne volessi beffare, vedi che il pensiero ti è fallito, perchè questa tua tale abbominevole scelleragine la farò venire in pubblica voce e fama di tutta la nostra città, e con tuo eterno vituperio ti farò divenire la favola del volgo. Io non mi vedria mai sazio d’increparti di questa sì vile e scelesta da te usata ribalderia; ma egli puzzano sì forte questi panni che