del tutto si restasse, però che Geronima era malissima femmina, e che lui più forzato che volontario l'avea infinite volte carnalmente cognosciuta. Quando il poveretto amante sentì tale enormissima novella gli parve che in quello ponto gli dovesse l’anima dal corpo uscire; pure in sé tornando, e con più strette particolaritadi esaminandolo, a ogni ora trovava la cosa da tenersi per indubitata, e tanto più che il moro gli offereva farglielo e vedere e con mano toccare il che al giovene fu carissima tale offerta. E per dare a ciò intero effetto, senza menar più il fatto in lungo, di secreto spacciatamente se fe’ fare una catena a quella simigliante con certo ingegno di poterla togliere e ponere a suo modo come tra loro ordinato aveano, e quella sera che lui andare doveva a vedere tal mostruosa operatione si fe’ a un dipintore suo amico tutto a negro dipingere, e tolti certi stracci del moro, e in maniera e di catene, e d’ogni altra cosa opportuna trasformatosi che non per altro che per vero bastasio1 sarebbe stato giudicato; e da Alfonso, come notte fu, non solo in casa del mercante fu condotto, ma nel suo vile e fetido letto posto a giacere; e de li soliti gesti della scellerata giovene pienamente informatolo se ne andò a la stalla a dormire. E non avendo il giovine molto spazio aspettato che sentì chetamente aprire l’uscio dove lui era, il quale aperto vide e cognobbe la da lui sopra ogni altra cosa amata Geronima con un piccolo lume tra le mani andare guardando in ogni lato se altro fosse per avventura lì recapitato, e vedendo che persona non vi era secondo il suo credere altro che il suo Alfonso, si accostò al
- ↑ oggi vastaso, che così i nap. con voce greca dicono il facchino.