intepidire, con nova maniera d’inganno alcuna bona grazia dimostrandogli, il facea al pristino trastullo ritornare; e quando lo cognoscea a suo modo adescato, con contrarii venti navigando, il reducea al solito e suo misero stato: e ciò con grande arte da maestra adoperava, sì per gloriarsi essere tra il numero delle oneste e belle per avere tenuto in tempo un sì fatto amante, e sì che colui fosse testimonio di sua simulata virtù di non far credere di lei niuna scelleranza in tanto in pubblico fosse venuta. Stando dunque l’infelice giovine in tanto reo e malvagio tormento più e più anni senza essergli una sola volta concessa risposta di vera speranza, si deliberò, se morte ne dovesse ricevere, entrare di segreto1 in casa de la donna, e, secondo la fortuna gli concede, adoperare. E cattato il tempo che il cavaliere marito della donna era andato per suoi bisogni per alcuni dì fuori la città, una sera al tardi per cauta via le entrò in casa, e occultatosi in un magazzeno che nel cortile era per rispetto e reposto de biada adoperato, dietro a certe botti vacue si pose a stare tutta la notte, con la speranza che la donna la matina andando a la chiesa, a lui venesse fatto di posserle in camera intrare, e asconderse sotto il suo letto per poscia la notte provare sua ultima ventura. E come volse la sua sorte, che sempre da male in peggio lo avea persecuto, che la donna per sopra venutale necessità quella mattina non si partì di casa: di che lui che insino a nona avea indarno aspettato con la solita pena e pazienza, propose ivi insino a l’altra mattina dimorare; e pasciutosi di alcune confetioni che seco per tal rispetto avea portate con assai rin-
- ↑ dice de requeto, spagn. di nascosto.