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NOVELLA XXIV.




ARGOMENTO.


Un giovine ama una donna e da lei non è amato, occuitaglisi in casa. un moro nero conosce carnalmente la donna dove l’amante era occultato; discopresi, e con molte ingiurie rimorde la malignità della donna: e l’amore in odio si converte.


ALL’ECCELLENTE CONTE D’ALTAVILLA1.


ESORDIO.


Per non volgere la mia penna contro coloro che non me ne hanno data cagione, volendo a te, eccellente Signore, la presente novella intitolare, ho deliberato in essa non solo i nuovi casi della donna come dell’uomo tacere, ma anco la città ove il fatto intervenne di nominarla mi restare; e per la quale intenderai uno strano e durissimo caso travenuto a un infelicissimo amante condotto a termine che gli convenne in pronto pigliare un partito di quello che ad ogni alto intelletto con lunghi pensieri difficultuoso stato sarebbe. Supplico te dunque, quando nel leggere di tale accidente sarai calente, e da amoro-

  1. Questi fu Francesco di Capua, secondo figliuolo di Luigi Conte di Altavilla, e successe nel contado di Altavilla al fratello primogenito Andrea. Morì in Napoli nel 1488. Fu della stessa famiglia del prode Matteo di Capua Conte di Paleno.
    Il palazzo di questa nobile famiglia diventò il Convento di S. Antoniello in via Costantinopoli.