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tinuo con li religiosi, i loro ragionamenti non sono se non de la beatitudine della vita eterna, e con più altri modi pieni d’ipocrisia e soperstitione, da venirne fastidio a Dio e agli uomini, ingannano ciascuno che a le loro falsità crede. Non dico nulla quando vanno per la strata coi passi gravi e pontati, e con tanta onesta guardatura, e sopra tanti contegni che per loro puzza il terreno: e con le già dette cerimonie sono reputate dagli sciocchi modeste piene di santimonia; e con questo dannano la prontezza de le altre, attestando in loro favore quel proverbio che si dice: Amo donna pronta, ma non di casa mia. A la quale autorità io con facilità respondo con distintione, che è ben vero che le donne in qualunque stato che sono non devono usare prontitudine dove non è di bisogno né con chi non è necessario, per non incorrerne, oltre al pericolo del fatto, eterna infamia; ma parlare pubblicamente e con buona audacia di cose che la necessità il richiede, o casualmente accadendo, ninno mancamento o dispregio sarà alla loro fama e onore, massime a coloro che hanno con la integrità di loro virtù la mente netta, che non ponno nè pensare nè temere che parlando con alcun uomo per digna bella e giovene che sia possa la sua integrità ledere o maculare: perciò che raro o non mai di pubblica pratica ne segue occulto male, ma di secreti ragionamenti e di remote conversationi de continuo ne nascono manifesti scandali. Guardamene Dio di coloro che non parlano o per non sapere, o per fare dell’ipocrita, che con dieci vasi di mele non gli si aprirìa la bocca; e se niuno le saluta o fa di barretta, o non rispondono, o se aprono la bocca pare che la vogliono fare disdegnosa: e se qualche valoroso giovane e di virtù ornato