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ne da te per lo innanzi ascoltata per impossibile la giudicarai; siccome nello seguente trascorso da isdegno e confusione sarai accompagnato. Vale.
NARRAZIONE.
Tornando in questi dì da Palermo un nobile cittadino degno di fede, a me e più altri per verissimo ricontò, che nel prossimo passato anno di naturale corso fu la vita di un gentiluomo panormitano terminata, del quale essendo un suo figliuolo rimasto, chiamato Pino, di circa ventitré anni, ricchissimo, bello, accostumato quanto una donzella; di che1 la madre, ancora che assai giovine fosse rimasta, con molta dote, e bella a maraviglia, per lo grandissimo amore che gli portava prepose e disse di più non volere rimaritarse, e dal figliuolo era bene e con ubbidienza trattata. Il che da molti ne fu commendata, e al figliuolo fu carissima tale deliberalione, e per non darle del contrario operare cagione, ossequioso, amorevole e ubbidiente quanto mai figliuolo a madre de continuo le si dimostrava; ove la madre oltra modo contenta ogni dì il suo amore verso di lui faceva maggiore. Ed essendo in tali termini la cosa, avvenne che costei che considerava la virtù, la onestà con le bellezze insieme del figliuolo, da focosa lussuria assalita e vinta, de lui sì sfrenatamente se innammorò per esser da esso carnalmente cognosciuta, che niuna vera ragione, che lei medesima in contrario si persuadeva, potendoci valere operare, de continuo col pensiero travagliava come il suo nefando volere potesse ad ef-
- ↑ Se togli questo di che, il periodo corre bene.