Pagina:Il Novellino di Masuccio Salernitano.djvu/312


— 250 —

sono più assai che a la tua nobiltà e virtù non si richiedeva; e certo tale rigidezza non è stata da altro causata, oltre la conservatione del mio onore, che dal ferventissimo amore che porto e ho portato al mio marito, al quale, per niuno accidente per grande che stato fosse, io non averia non che fatta ma pur pensata cosa alcuna che in disonore gli ritornasse; e questo medesimo amore che a lui porto è stato di tale natura ed ha avuta in sé tanta forza di condurmi nelle tue amorose braccia: e dirotti il come. L’altro ieri andando a caccia con mio marito e con alcune altre de le donne nostre, vedemmo un falcone seguendo certe starne, quale e come è di loro costume subito tutte le disperse: di che mio marito disse che gli parve vedere misser Bertramo alla battaglia cacciando gl’inimici; e oltre a ciò continuando sopra di te il suo ragionare ricontò tante altre mirabili virtù e lodi dei fatti tuoi, che non solo io che di amarte di ragione era costretta, ma quante ivi ne eravamo ognuna pregava Iddio per lo tuo felice stato, e tutte divenimmo desiderose di compiacerti. E più disse che a lui pareva per debito di tue virtù essere obbligato amare chi te amava, ed i contrarii avere per capitali nemici: di che io che a lui sono tutta ossequiosa, cognoscendo esserli sommamente caro che ognuno ti amasse, compresi che maggiormente gli era piacere che le cose1 sue cordialmente ti amassero; e così a non partir da quindi sentii in me esserne rotte e spezzate tutte catene e ripari che al mio duro core per non amarti avea già fatti; e assalita da una nova e calente fiamma tutta mi

  1. Queste cose per persone di famiglia è da notare come ricordo romano.