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pevole d’ogni suo secreto, al quale lo avvenuto accidente e tutti i suoi maravigiiosi pensieri pontualmente ricontò. L’amico che prudente era molto e fuori d’ogni amorosa passione, di lui e dei suoi pensieri facendosi beffe, così gli rispose: Io non mi maraviglio del tuo poco conoscimento, per averti amore abbagliato l’intelletto da non farti conoscere la qualità e costume delle femmine, e quello a che la loro difettiva natura le ha prodotte: pensa tu che in niuna di loro, per savia che sia tenuta, si trova fermezza o stabilità alcuna: certo le più di loro sono incontinenti, senza fede, ritrose, vendicatrici, e piene di sospetto, con poco amore, e vote d'ogni carità. La invidia come a propria passione tiene il sommo loco nel centro del loro cuore; in esse non è ragione, né con veruna temperata maniera si movono: giammai nelle cause loro alcun ordine giudiciario si serva, se non alla scapestrata eleggendo sempre il peggio, secondo da loro leggiero cervello sono tirate. E che ciò sia vero, quante volte avemo visto ai dì nostri una donna essere amata e vagheggiata da più e diversi valorosi e di virtù ornati amanti, ed essa togliendo esempio de la libidinosa lupa, schernendoli tutti, si è data a un vile ribaldo di ogni scelleragine ripieno? Dunque credi tu che costei al mostrarti tanta salvatichezza, per la quale sei stato più volte vicino a la morte, abbia in ciò servato ordine o ragione, se non gloriandosi di avere un lungo tempo uccellato un cosi fatto amante come tu se’, e con colore di onestà si è goduta di vederti stentare, e con questo si fa augmentare la fama di sue bellezze; e cosi anche ti puoi rendere sicuro che senza ordine, o tu avernele data di nuovo cagione,