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spata niuno de’ suoi avversarii ardiva aspettarlo; aggiungendo che non solo come il visto falcone seguendo le fuggitive starne, ma come un fiero leone tra vilissime pecore tra il fatto d’arme de continuo si dimostrava. Ed oltre a quello sopra di ciò continuando, non sapendo che il cavaliero di cui sì largo parlava della moglie fosse in alcun modo invaghito, ricontò tante altre degne parti di sue virtù, piacevolezze, e magnificentie, che ivi non restò persona alcuna che non gli dovenisse assai più partigiana che non era lui; e tra gli altri madonna Fiola, che giammai né lui né sue virtù le erano nel petto potute entrare, vedendo tante lodi dargli dal suo marito, alle parole del quale dava mirabile fede, le fu cagione de la passata durezza in sommamente amarlo convertire; e ritornata a casa legata onde sciolta ne era uscita, desiderava che il suo amante passasse, acciò che con piacevol vista mostrandoglisi il facesse accorto essere di qualità e complessione mutata. E come volse la lieta fortuna di tutti due che la donna in questi pensieri stando vide venire il cavaliere, più polito e bello parendoli che l’usato assai; alla quale senza speranza di risposta al modo solito fece un’amorosa inclinata, la quale da la donna vista, come già proposto avea, con piacevolezza grande gli rendè il saluto debito. Di che il cavaliere oltremodo contento e maravigliato si partì, e a casa ritornato cominciò a pensare e con seco medesimo a travagliarsi di tale novità; e cognoscendo lui non aver niuna cosa nova o strana adoperata che a tanto graziosa gli si mostrare l’avesse indotta, nè sapendo di ciò vero giudicio dare, così confuso dimorando mandò per un suo privatissimo amico consa-