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na Fiola Torrella, per sì fatta maniera di lei s’innamorò che in niuna altra parte potea i suoi pensieri dirizzare; e non ostante che messer Corrado suo marito a lui fosse singolare amico e nella speditione della guerra con esso avesse vigorosamente militato, pure preso e ligato da colui che al suo vigore niuna forza puote o vale, del tutto si dispose con bono animo seguir la cominciata impresa, e per lei cominciò a giostrare, e a fare di molte magnificentie, e in diversi modi spendendo e donando del suo, de continuo le faceva intendere lei più che sé medesimo amare. La donna o che onestissima fosse, o vero per lo soverchio amore che al marito portava, del cavaliere e de’ suoi vagheggiamenti facendosi beffe, e ogni suo operare avendo a nulla, ogni dì più rigida e fiera gli si dimostrava; e come che di tale impresa a lui del tutto fosse fuggita la speranza, nondimeno come è costume di chi ferventemente ama, de continuo il desiderio in maggior fiamma crescendo augmentava. E in tale reo stato dimorando senza mai una sola guardatura con piacevolezza essergli concessa, avvenne che un dì Misser Corrado e la moglie andando a caccia di spravieri con altri cavalieri e donne, impensatamente si levarno una brigata di starne, dietro a le quali veddero un selvaggio falcone che in quello istante tutte le desbarattò, e in maniera che a niuna fu concesso con le altre insieme unirsi. Di che coloro ne fecero gran festa, e tra gli altri Messer Corrado con allegro volto disse, che gli parea aver visto a la similitudine del falcone Messere Bertramo suo capitano nella battaglia cacciando e fugando gl’inimici, e per modo tale che ove lui apparea con la lanza o con la