nuovi e strani avvenimenti nel discorso de la passata Seconda Parte ne è pur assai ragionato, giudico sia dovuta cosa dovere omai la mia penna altrove volgere; e travagliando col pensiero in quale bersaglio dover le mie arme dirizzare, mi si è ridotto a memoria quando contro de’ finti religiosi a scrivere cominciai fui fieramente da certe donne legiste sputasenno di mormorationi e biasteme crucciato; e ancora che a la loro bestiagine a bastanza avessi risposto, pure per mia promessa loro mi feci debitore di prima che a la mia opera dessi ultimo fine, del loro difettivo e imperfettissimo sesso, con le innate miserie, tradimenti e cattività de la maggior parte di loro, alcuna commemoratione farne. E volendo già di tale debito disobbligarmi, mi si sono parate dinanzi tante e tali inaudite sceleranze, e diabolichi più che umani gesti della sfrenata moltitudine de le malvage femmine, che dal mio proposto cammino mi avevano quasi ritratto; nondimeno più da la ragione forzato che dal fastidioso e molesto dire raffrenato, pur con alquanto rincrescimento a scrivere alcuni lor naturali mancamenti mi conduco.