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più non provata saetta, de’ motteggiamenti non curandosi, sequea invano con grandissima passione la cominciata impresa. Era tra gli altri del suo seggio, che di sue bestiagini ogni dì pigliava novo piacere, un altro gentiluomo chiamato Loisi Pagano, di grande ingegno, piacevole, e costumato molto, col quale Giacomo unicamente si fidava, e ragionava de la sua fiera passione. Loisi a ogni ora più accorgendosi del cervello travolto di costui, gli occorse di, con questo innamoramento beffegiandolo, fare dare da lui alcuno castigo a un novo Gonnella1 pur salernitano, mai da niuno punito di quanti inganni e bagattelle avea adoperate tutto il suo vivente, facendosi chiamare misser Angelo; e quando come a medico, e quando come a mercatante, ancora che ferraro fosse, discorrendo per Italia, spesso se ne ritornava a casa pieno insino al colmo. E un dì essendo Loisi con Giacomo sopra gli usati ragionamenti, gli disse: Giacomo mio, tu hai poco desiderio d’uscire di pene, avendo cosi facile espediente come tu hai. Tu sai che Missere Angelo è lo più gran nigromante che oggi sia sopra la terra, e io ne posso render testimonio, che di molte imprese mi ha fatto aver vittoria, e lui è pure dal lato di natural madre tuo parente: perchè non vadi da lui, e losingandolo priega che del suo magisterio in ciò ti sia favorevole? Dal che certamente, volendo lui, sarai intieramente satisfatto: e se per avventura facesse prova di volerti porre al numero degli altri da lui beffati, fa che meni le mani in maniera che mai per lo innanzi non pensi di beffare gentiluomo che di te non si ricordi. Giacomo ciò udendo ne fu molto lie-

  1. Famoso buffone, di cui parla anche il Sacchetti.