Pagina:Il Novellino di Masuccio Salernitano.djvu/289


— 227 —

proprie mani acerba e cruda morte si son lasciati trascorrere, sol mi è piaciuto con la presente dimostrarti una sua nuova potentia adoperata sopra a un nostro nobile cittadino non molto savio né molto animoso, il quale d’amore trafitto divenne discretissimo e di più animosità che a umano cuore non si richiedeva, e conseguentemente essendo poverissimo gli fu cagione di, con laudevole fama e prodezza di sua persona, arriccare, e dei suoi molti affanni con felicità godere. Valete.


NARRAZIONE.


Sono già pochi anni passati che in Salerno fu un giovine di nobile e antiqua famiglia, chiamato Giacomo Pinto, il quale benché fosse del Seggio di Portanova, ove comunemente tenemo essere l’academia del senno1 della nostra città, a lui sarebbe stato più proprio e conveniente loco per sua stanza il nostro paese dal Monte, nel quale loro dicono essere la maggior parte de la origine de’ nostri antiqui. Costui come che fosse vacuo di roba, e di senno non pieno, pure avendo alquanto l’animo nobile, s’innamorò di una donna vedova, giovene, e assai bella, suocera d’un nostro Stratico; e non essendo mai più stato innamorato, cominciò a menare questo suo amore si cautamente che fanciullo non era in Salerno che non se ne avesse accorto, e in maniera che in ogni lato e tra gentiluomini e tra donne con mirabile piacere se ne ragionava, e ognuno sopra di ciò lo motteggiava; di che lui trafitto da mai

  1. Vuol dire essere gli uomini più ragguardevoli per senno: e la frase ricorda la contemporanea Academia del Panormita e poi del Pontano.