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NOVELLA XV.




ARGOMENTO.


Un signor Cardinale ama una donna, e per danari corrompe il marito; conducegli la moglie in camera, torna la matina per riaverla: la donna parendole star bene, non se vuol ritornare: dicele parole assai, non montano nulla; alla fine si piglia il promesso danaro, e come disperato va in esilio, e la donna gode col Cardinale.


AL DIGNISSIMO MESSER ANTONIO DA BOLOGNA PANORMITA.1


ESORDIO.


Solo al pensare de volere scrivere a te famoso e clarissimo poeta, lume e gloria de la nostra Italica natione, l'ingegno e la lingua, la mano e la penna mi sento in maniera insieme avviluppati che nissuno di loro può o vale al solito ufficio ritornare; pur rimembrandomi lo aver te talvolta visto pigliare non piccolo piacere degl'inordinati disvarioni e grosso parlar de’ volgari, e per quello porre da canto le degne e ornatissime scritture, come quel che niuno alto e rettorico stile a te novello Apolline non solo ammirativo non sarebbe, ma novo piacer nullo ne

  1. È soverchio dire chi fu Antonio Beccadelli, educato in Bologna, nato in Palermo e però detto il Panormita; Ministro e gran familiare di Re Alfonso, e scrittore latino di prose e di versi. Morì nel 1471. Dunque questa novella fu scritta qualche anno prima.