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NOVELLA XIV.




ARGOMENTO.


Un Cavaliere Messinese s’innamora d’una giovene napolitana, sente il padre di lei avarissrmo, piglia con lui domestichezza, e dàgli guadagno; finge volersi ritornare a casa sua, impegnali una schiava bene da lui del fatto informata, e quella contamina la figlia, robano il padre, e insieme con l’amante se fuggono: il cavaliere la sposa, ritornano a Napoli, e godeno del loro amore.


AL PRESTANTISSIMO MISSER JACOBO SOLIMENA FISICO SALERNITANO1


ESORDIO.


Quanto la gelosa e rapace avaritia con soi detestandi vizii se abbia ampliata per tutto l’universo, e come a cui pone le sue unghie addosso ogni virtù gli lacera e occupa, tu novello Esculapio col tuo peregrino ingegno lo potrai con non molta difficol-

  1. Nella Storia Documentata della Scuola Medica di Salerno, opera lodata di Salvatore de Renzi, a pag. 583 è scritto così: «Giacomo Solimene. Il Pontano nel suo libro II Tumulorum fa una iscrizione ad un Giacomo Solimene medico, che dal manoscritto Pinto rilevasi essere stato figlio di Mazzeo Solimene di Salerno». Il De Renzi dice che Mazzeo viveva nel 1457, e nomina Antonio, Tommaso, Guglielmo, Niccolò tutti Solimene e tutti medici. Questo Giacomo lodato dal Pontano e da Masuccio come novello Esculapio, dovette essere un uomo assai riputato a quei tempi.