alcuna buona ragione de tacere ho deliberato. Costui amando ferventissimamente né cognoscendo modo alcuno per la dispositione del luogo a fornire suo desiderio, nè per la solenne guardia del gelosissimo marito avendo ardire di intrare con lei in trame, si pensò volere in ciò interponere l’arte d’una certa feminella sua domestica, la quale vendendo alcune coselline da donne per tutta la città discorrendo andava. E fatto a quella il suo volere un giorno manifesto, e con larghe promesse ordinatole quanto era di bisogno, contentissima di servirlo, da lui brievemente si partì; e traversando di molte contrade, a quella de la giovene pervenne, ed ora una ora un’altra a comperar delle soe robe invitando, accostatasi all’ultimo a l’uscio ove quella stava, non essendo da alcuno intesa, cosi le disse: E tu bella donna, non comperi di queste mie gentilezze, che so bene che se io fossi e giovene e bella, come tu sei, ogni dì comprarci cose nuove, e sopra quel che ha fatto la natura aggiungerei l’arte, a tal che niuna a me agguagliar si potesse. Ohimè, disse la giovane, tu mi vuoi uccellare. Rispose la vecchia: Per nostro Signore ch’io dico da vero, avvisandote che per tutta questa terra è voce che tu sei la più bella donna di questo reame; e quantunque alcune gentildonne in un luogo ove mi sono trovata, mosse più da invidia che da ragione, dispregiassero le tue bellezze per ponere innanzi le loro, e che dicessero che non hai buon sangue, e simili cose, come sono solite dire, che veramente a tutte escono gli occhi quando alcuna di nostre pari ne è bella, nientedimeno quivi un giovinetto di nobile casa, il quale non so se tu il conosci, a loro fe’ quella risposta che meritorno,