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scarpe polite per Messer Ambrosio? Il quale, Maisi, rispose, al piacer vostro. E fatto intrare il cavaliere, e in un banchetto assentatolo, a calzarlo incominciò. Tommaso che prolungar tempo cercava, voltatosi a loro gli disse: Or via io andarò per una mia faccenda qui appresso, mentre che voi a calzar vi ponete. E con tale scusa partitosi lassoe che il maestro a calzare incominciava. E stando col capo chinato come a tal esercìtio si richiede, e Messer Ambrosio col viso elevato, e volgendolo per ogni lato, come quel che tutti i suoi pensieri in veder la bella donna aveva dirizzati, avvenne per sua gran ventura che fissando gli occhi per un piccolo cataratto, vide la donna che giù in poteca mirandolo stava, e avendo spazio de ottimamente raffigurarla miratala molto bene, e finalmente viste e considerate le sue care e inestimabili bellezze che nel volto dimostrava, gli parve di gran lunga di maggiore eccellenza e formosità adorna che il suo Tommaso riferito non gli aveva: e così per la lunga dimora che el maestro in ben calzarlo facea gli fu non solamente di ben mirarla concesso, ma etiandio farla con amorevoli e dolci segni accorta come del suo amore infinitamente ardea. La giovene che prudentissima era, cognoscendo che per la extrema cautela del marito non l’avrebbe in niun atto possuto satisfare, ancora che d’essere al leggiadro cavaliere piaciuta sommamente li fosse caro, si deliberò non dimostrargli alcun segno di benevolentia o gratiosa risposta. E in tal forma finito il calzare, e lo cavaliere a doppio il maestro pagato, con lieta fronte gli disse: In verità mai portai scarpe che al mio giudicio me dicessero tanto bene: e però fate ne abbia ogni dì un paio, ed io vi