tosi con alcuni gentiluomini di Capuana, e menato da quelli tal ora e per feste, chiese e giostre dove molte caterve di donne se radunavano, le quali ben considerate, con suoi compagni disse, die le donne napolitane, al suo giudicio, erano più di presenza di grazia e di donnesco valore fornite, che de soperchia bellezza copiose. Era tra detti ragionamenti un giovine, e de’ soi più cari compagni, Tommaso Caracciolo nominato, il quale affermando che il cavaliere dicea il vero, soggiungendo disse: Se la tua sorte il vedere de una giovenetta de Nola moglie de un calzolaio chiamato Joanni Tornese te concedesse, io non dubito, secondo che da altri ho già sentito, che quella essere la più bella donna che per l’Italia abbi veduta ancora confesseresti; ma ciò mi pare quasi impossibile, attento che el marito e per la sua inaudita gelosia, e per essere stato posto in sospetto che il signor Duca di Calabria sol per la fama di tante bellezze cerca ponerli la prova addosso, la tiene in manera rinchiusa che persona alcuna per congiunta che sia la può mai vedere; né pure se ne fida; e se è vero quel che da una sua vicina mia domestica mi è stato per fermo ricontato, che non so se io mel creda, udirete una cosa strana, che per non lassarla senza di lui in casa de continuo la mena seco in ogni parte ove egli vada in uomo travestita, e così traendosi da sospetto godendo si dà il più l)el tempo di populano di questa nostra terra1; onde se tu vorrai voglio che andiamo a fare prova di vederla. E senza altra replica insieme avviatisi alla poteca del calzolaio si condusseno, e quivi gionti disse Tommaso: Maestro, avete voi alcun paio di
- ↑ Qui certamente c’è guasto in alcune parole.