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ni de la baiante Scilla; siccome per la seguente novella intenderai di una nova manera di gelosia e strana cautela per un insensato geloso adoperata, il quale credendosi la moglie guardare non solo dai vagheggiamenti degli amanti, ma di non farla in abito femineo da nessuno vedere, gli avvenne che lui medesimo si fu cagione che gli fosse un giorno quasi in sul viso da uno cavaliere carnalmente cognosciuta.


NARRAZIONE.


Alla proposta materia adunque venendo dico che nel tempo dell’illustrissimo mio signore duca Filippo Maria de’ Visconti fu in Milano un leggiadro e nobile cavaliere, per nome detto messer Ambrosio de l’Andriani, giovine, ricco, bello, e costumato. Costui per generosità del suo peregrino spirito desideroso veder gli ordini e gesti dei Principi cristiani, avendo molte parti e dentro e fuori d’Italia ricercate, e sentendo finalmente le gran magnificentie e triunfi che la immortai memoria de Alfonso Re tuo avolo de continuo in la città di Napoli faceva, si deliberò del tutto de quelli anco vedendo al suo desiderio satisfare; e postosi mille fiorini in borsa, e de cavalli, e de famigli, e digni vestimenti guarnitosi, a Napoli se condusse. Ove viste tante degnissime parti, e singulari1 circustantie de la città, giudicò seco medesimo che la sua presentia non avea la sentita fama in parte alcuna diminuita; per la qual cagione, e per la prima che condotto lo avea, propose ivi godendo e dandosi bel tempo, finché la portate moneta gli bastava, dimorare. E domestica-

  1. bellissimi contorni si direbbe oggi.