basciatori a Papa Calisto III, già stato suo maestro1, per la confermazione ed investitura del regno, ma il papa non volle riconoscere la successione di Ferrante, e quando seppe che era stato riconosciuto re dai baroni, gli lanciò una scomunica, e solennemente dichiarò il regno appartenere come feudo alla Chiesa. Tutta Italia per questa novità si pose in arme, e i baroni cominciarono a levare il capo contro un re dichiarato illegittimo anche dal papa. Ma in agosto muore Calisto, e gli succede Pio II, Enea Silvio Piccolomini di Siena, uomo di lettere e di negozii, amico ed ammiratore di re Alfonso, e però benevolo a Ferrante; il quale fu ricevuto in obbedienza, e ribenedetto, e coronato re in Barlettta nel febbraio del 1459. In questo stesso mese Pio II convocava in Mantova tutti i Principi Cristiani per far guerra al Turco, che sei anni prima, nel 1453, era entrato in Costantinopoli. Intanto alcuni potenti baroni sollevano la vecchia bandiera angioina: il Principe di Taranto, zio della regina Isabella di Chiaromonte moglie del re, il Duca di Sessa, che aveva in moglie Eleonora sorella del re, il Marchese di Cotrone, seguiti da altri, invitano Giovanni d’Angiò a venire nel regno; e primo il Marchese di Cotrone si leva in armi. Re Ferrante corre in Calabria, e mentre combatte e vince e fa prigione il Marchese, Gio-
- ↑ Papa Calisto III fu Alfonso Borgia, maestro e guida del giovanetto Ferrante, e giunse al pontificato nel 1455, col favore di re Alfonso. Fu zio di Rodrigo Borgia, papa Alessandro VI, il quale preparò la rovina degli Aragonesi.