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NOVELLA X.




ARGOMENTO.


Frate Antonio de San Marcello confessando vende il paradiso, accumula infinita pecunia; doi Ferraresi con sottilissimo inganno gli vendono una contrafatta gioia: accorgese esser falsa, e per dolore come disperato ne more.


AL NOBELE E GENEROSO MESSER FRANCESCO ARCELLA1


ESORDIO.


Virtuosissimo mio Arcella, se noi mortali volemo accortamente pensare quanta e qual sia stata sublime e immensa la misericordia e abundante gratia del grande Iddio verso la umana generatione, chiaramente cognosceremo che dal principio del nostro procreamento non solo gli bastò averne fatti ad immagine e similitudine soa, ma Volse appresso donarne a dominare e mare e terra, monti e piani, con tutte le generationi di animali irrationali a noi subietti inclinevoli e proni al nostro vivere. E quantunque i nostri primi parenti per loro ardito gusto ad essi e a tutti i successori loro la inevitabile ed eterna morte cercassero, nondimeno per mostrarne

  1. La famiglia Arcella fu nobile napoletana del sedile di Capuana. Chi sia questo Francesco Arcella non so. Questo è anche uno de’ nomi mutati in Francesco Lavagnuolo, il quale poi m’è ignoto interamente.