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li frutti che la pace comunemente ai soldati dona a l’ultimo repatriato, domando la terra con la zappa e l’aratro, col proprio sudore la soa vita e de la bella moglie onestamente ducea. Ed essendosi accorta che il suo compare di lei era invaghito, cognoscendolo per la nuova dignità per il primo de la terra, a grandissima sorte sei reputava, e seco medesima più volte di ciò gloriandosi, volentieri lo averia interamente satisfatto; se non che il marito, come pratico, era di lei in maniera divenuto geloso, che andando ogni dì alla solita cultura dei campi in soa compagnia de continuo la menava. Ma accadendo un giorno, per essere la giovene indisposta, di restarsi in casa, e lo marito andar fora con suoi bovi; essendo tutto da l’Arciprete sentito, di fare de l’amor de la comare esperientia totalmente si dispose; e passando alla sua casa dinanzi, Bondì, disse, comare. Alla voce del quale tutta gioconda affacciatasi, rendutogli il conveniente saluto, ove andasse così per tempo il domandoe; alla quale ridendo in tal forma rispose: Io era adesso venuto che il compare è andato fora, e tu pur sei una volta rimasta, a pregarte che la sua cavalla insino a la vigna mi prestassi, dopo che lui ne è tanto scarso che non solamente non consentiria che alcuno la cavalcasse, ma che appena se non appresso di lui se vedesse. Lisetta che discretissima era, avendo ottimamente compreso di quale cavalla ragionato li avea, ancor lei sorridendo in tal modo rispose: Compare mio, il pensiero per oggi vi è vero fallito, imperò che site a tal tempo venuto che volendo imprestarvela non potria, attento che ha per maniera guasto il dosso che de la stalla uscire non potrebbe; e volendoci mio marito

Masuccio. 8