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che per voi non rimase che io non fossi discacciato, che da me non siate per tal modo licenziati che nissuno ne vederà più questo mio uscio; e massimamente dubitando non mi facessivo impazzire, come poca fatica ci durerestivo, volendo far di me come più volte mi ricordo facestivo di mio padre, il quale come troppo invaghito di voi parlando solo, e con strani atti e de mani e de testa non altro che per matto tal fiata lo giudicai: pertanto averete patientia che io vi voglio in questo punto vendere, e dei ricevuti oltraggi ad un’ora vendicarmi, et etiam de possibili pericoli de sfreneticare liberarmi. E ciò detto, e con l’aiuto d’un suo fante composti dei detti libri alquanti volumi, in casa d’un legista suo amico li mandoe, col quale in poche parole convenutosi, quantunque buttati e non venduti fossero, toccatine paricchie centinara di fiorini, con gli altri insieme rimastigli nel cominciato godere continuò. Donde e per la sua ricchezza, e per altre sue continue facecie e piacevolezze era sempre da più acconci giovini accompagnato: del che abbattendosi un di con suoi compagni in la veneranda chiesia de San Lorenzo, dove un dottissimo padre predicando aveva al popolo prenunciato che intendeva lare la predica del giudizio la seguente matina, e in quella i morti parenti di ciascuno far resuscitare, occorse al detto Jeronimo intorno a questo un faceto motto appropriare. E venuta la matina, lui con la sua brigata e con un dottore legista in loro compagnia, quivi condottosi e modestamente da parte tiratisi con piacere aspettavano quando la predica s’incominciasse. Venuto finalmente il predicatore, e con grandissimo fervore cominciato del giudizio a predicare, stan-