espertissima, cominciò con infinite colorate ragioni a dinegare l’andata; il che1 il frate, che da sfrenata libidine era vinto, pure accortosi, ancora che tardi, come la giovene de la sua roba e non di lui era invaghita, aguzzò l’ingegno di riempire la vota scatola di altra quantità di moneta; e trovata in la loro chiesa per mezzo del suo fra Ungaro una gran quantità di dinari per uno sbandito cittadino occultati, e di quelli avutine circa cinquecento fiorini, e lo resto consignati a la sua Corte, in la sua interlassata impresa se ne tornoe. Ed avendo già tanta sicurtà presa di coloro, che non solo de notte col suo fra Ungaro, ma talvolta de dì alla inonesta casa de la Marchesa si conduceano, ferono le loro sceleste operationi in pubblica voce e fama del vulgo divenire. Dove per mezzo d’un nobile giovine, e forse da la Marchesa amato, ne ebbe il suo Prelato particolare informatione; il quale per non consentire che un tal figliuolo di perditione maculasse la loro perfetta religione, sentendo una notte che fra Partenopeo a goder con la sua Marchesa, e senza fra Ungaro, si era in quella volta condotto, accompagnato da molti suoi frati e da altri gentiluomini divoti de l’ordine, a casa de la giovene si condussero secretamente, e quelli a salva mano presi, oltre le fiere battiture che a frate Partenopeo furono date, il quale ignudo nel letto con la Marchesa trovarono, fu a perpetuo carcere condannato, e quivi amaramente li suoi giorni finìo.
- ↑ Questo il che vale onde